L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha ufficialmente riconosciuto lo stress da lavoro correlato come una sindrome.
Il cosiddetto "burnout", che in italiano potrebbe essere tradotto con il termine "esaurimento", si verifica quando la persona percepisce un carico di lavoro e/o emotivo eccessivo rispetto alle sue possibilità. Altre cause potrebbero essere un senso di impotenza o di mancanza di controllo sul proprio lavoro, l'assenza di equità all'interno dell'ambiente lavorativo oppure il venir meno del senso di appartenenza ad un gruppo di lavoro.
Non trattandosi di vera e propria malattia, ma di "problema associato alla professione", i sintomi possono essere molti e diversi tra loro: si passa dall'esaurimento emotivo all'insonnia, fino all'abuso di alcol, dalla mancanza di energia o spossamento, all'aumento dell'isolamento e più in generale sensazioni di negatività e cinismo legati al lavoro, frustrazione e apatia.
Anche se la diagnosi non è sempre così semplice, le conseguenze del burnout sono evidenti e concrete:
Tarik Jasarevic, portavoce dell'Oms, spiega l'importanza di questo passo avanti e delle altre novità inserite nella classifica: "Questa è la prima volta che il burnout viene incluso nella classifica. Il nuovo elenco, Icd-11, che entrerà in vigore nel gennaio 2022, contiene molte altre aggiunte, inclusa la classificazione del "comportamento sessuale compulsivo" come disturbo mentale, sebbene si fermi prima di aggravare la condizione insieme a comportamenti di dipendenza. Per la prima volta inserisce i videogiochi fra i "disturbi da dipendenza", insieme al gioco d'azzardo e alle droghe come la cocaina. La condizione di transgender viene spostata dalla lista dei disturbi mentali a quelle delle "condizioni relative alla salute sessuale".
Infine, nonostante l'Oms non abbia ancora stabilito una terapia per trattare i pazienti affetti da burnout, certamente è possibile adottare delle strategie e degli accorgimenti per prevenire il verificarsi di queste dinamiche: per esempio, sarebbe opportuno porsi degli obiettivi realistici, variare la routine e fare delle pause. Sarebbe inoltre auspicabile promuovere la comunicazione e incontri con il personale per favorire un clima collaborativo; riconoscere e valorizzare le competenze dei lavoratori cercando anche, se necessario, di promuovere una riorganizzazione del lavoro.